Chi sa cosa vuol dire andare a pesca, conosce bene la perfetta sintonia che deve crearsi tra la natura e l’umano: “ci vuole pazienza”, si sente spesso dire, ma la pazienza non basta. Bisogna conoscere il territorio, la stagionalità, la schiusa degli insetti, il colore e la trasparenza dell’acqua. In Valsesia, infatti, pescare vuol dire pescare a mosca: creare, con sete di vari colori e piume di uccelli, gli insetti più adatti ad attirare le prede. È un’arte ipnotica, un insieme di gesti spontanei e armoniosi finalizzati a presentare le mosche ai pesci in modo naturale. Bisogna trovare la giusta armonia, in un susseguirsi di movimenti morbidi ed eleganti, per posare con cura le mosche, che ai pesci devono sembrare cadute dal cielo, trasportate dalla corrente, pigramente annegate, oppure saltellanti e sfuggenti, effimere.
La stagione più bella per praticare la pesca a mosca è senz’altro l’autunno: la natura si riscopre, nella tranquillità di questa stagione, silenziosa e perfetta non solo per pescare, ma anche per perdersi nella contemplazione di un paesaggio ricco di verde e di acqua.
Ti è piaciuto questo articolo e vuoi ricevere aggiornamenti su nuovi contenuti?
Ricevi MCGWEEKTi potrebbe interessare anche…