Come cantavano i Cornershop negli anni ’90, servono sette cicli di reincarnazione per poter sostenere di aver visto almeno una delle anime dell’India, ben consapevoli, però, che non sono sufficienti i popolari circuiti del Rajasthan o le atmosfere tardo hippie di Goa. Il subcontinente asiatico invita oggi alla scoperta delle sue valli più remote attraverso un tour CartOrange di 10 giorni, recuperando l’eredità più mistica e ancestrale di una storia plurimillenaria. Occorre infatti spingersi sulle vette dell’Himalaya per respirare il profumo dell’inaccessibile, peregrinando fra monasteri buddisti incastonati a oltre 3mila metri d’altezza e lungo strade vertiginose che si snodano nel paesaggio lunare del Ladakh. Delhi appare niente più che l’immagine fugace di un passato distante anni luce: una volta planati su Leh, la magia dei mercati tibetani rapisce immediatamente fra profumi di incensi e il suono ipnotico delle campane d’ottone. Dalle mistiche cerimonie del monastero di Thiksey ai misteriosi archivi di Hemis c’è spazio per sperimentare pure l’ebrezza di un campo tendato nei canyon di Uletokopo, o il vuoto che si apre sotto le pareti a strapiombo del monastero di Lamayutu. Suggestioni indimenticabili di una terra dove ancora i richiami dei cammelli battriani echeggiano oltre le nubi sulfuree di miracolose terme d’alta quota.
Il programma “Ladakh: il volto più insolito e autentico dell’India” è consigliato da aprile a settembre, a partire da 3.500 euro a persona per 10 giorni di viaggio.
Prima dell’India degli Arii esisteva l’India dei Dravidi, le cui radici si perdono nella notte dei tempi, ma le cui vestigia sopravvivono intatte fra Tamil Nadu e Kerala, i due maggiori stati costieri meridionali del subcontinente. Quiete e riflessività si respira nei maggiori centri spirituali locali selezionati da CartOrange, sia che si tratti dei templi scavati nella roccia di Mahabalipuram o del leggendario ashram yogico di Sri Autobindo a Pondicherry, dove nel 1968 fu creata la “città ideale” di Auroville ispirata alla sapienza del maestro indiano. Persino l’Unesco ha voluto estendere la propria tutela a questi territori, preservando siti straordinari come il piramidale tempio shivaitico Airavatesvare di Kumbakonan. Non lontano sorge invece l’antichissima biblioteca Saraswati Mahal di Tanjore, custode di rari manoscritti in foglia di palma risalenti al XVI secolo. Scavalcando la catena montuosa del Deccan, fra crociere in cerca di elefanti nel Parco nazionale di Perivar e relax a bordo di houseboat che percorrono il fitto intrico delle backwaters del Kerala, piano piano l’India del Sud finisce per rivelare anche i suoi storici legami con i navigatori portoghesi e olandesi approdati a Cochin: città multiculturale nella quale antichissime pratiche ayurvediche di cura convivono fianco a fianco col culto dell’apostolo predicatore Tommaso, o con la marziale teatro-danza del Kathakali. Un “ritorno” ad atmosfere solo in parte più familiari, visto che un viaggio nel Sud dell’India è destinato a cambiare per sempre la percezione di cosa davvero sia questo inesauribile Paese.
Il programma “India del Sud: Kerala e Tamil Nadu, terre da scoprire” è consigliato da ottobre ad aprile, a partire da 3.200 euro per 12 notti di viaggio.
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