Settembre è anche il mese in cui il Parco Nazionale del Gran Paradiso diventa più che mai un palcoscenico di colori e vita. I boschi di larici e betulle iniziano a tingersi di giallo e arancio, mentre l’aria fresca riempie i polmoni di una sensazione di rinascita. Camminare lungo i sentieri che da Cogne o Valsavarenche salgono verso i rifugi – come il Vittorio Sella (aperto fino 21/09/2025 e nei fine settimana, meteo permettendo fino, al 19/10/2025) o il Federico Chabod (aperto tutti i giorni fino al 21 settembre) – significa entrare in una dimensione sospesa, dove il tempo sembra rallentare.
L’autunno è anche la stagione in cui è ancora possibile vedere la fauna del Parco. Con un po’ di pazienza e silenzio (e con un pizzico di fortuna!), si possono avvistare stambecchi e camosci, che scendono verso valle lasciandosi alle spalle i primi freddi, marmotte che, prima del letargo, si aggirano nei prati accumulando riserve e lanciando i loro fischi inconfondibili, ma anche aquile e gipeti che volteggiano sopra i valloni, sfruttando le correnti d’aria limpida di settembre.
Ma è soprattutto la stagione del bramito dei cervi in amore: nei boschi del Gran Paradiso, il silenzio della sera è spezzato dal suono gutturale, profondo, quasi primordiale. È il bramito dei cervi, una chiamata di sfida, una sorta di “gara di potenza vocale” tra cervi maschi che porta spesso a veri e propri duelli: i palchi di corna si incrociano con un rumore secco e potente. È un rituale antico, dove raramente ci sono ferite gravi, ma la tensione è palpabile.
Settembre non è un addio all’estate, ma un invito a rimettersi in cammino perché l’anno vero, quello fatto di scelte e nuove energie, comincia proprio ora
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