Da bambino sognava di fare il geometra. Raffaele Pizzoferro fin da piccolo voleva tracciare linee, misurare, valutare e progettare. Per questo motivo scelse l’Istituto superiore tecnico per geometri Kennedy di Udine (oggi Marco Polo). Raffaele è figlio d’arte, il papà Luigi originario della Costiera Amalfitana aveva la pizza nel Dna, ma lui, inizialmente, non voleva seguire le orme paterne. Invece la vita lo portò altrove, lontano dal tracciare linee ed eseguire rilievi.
Il padre arriva a Spilimbergo (Udine) nel 1972, dove conosce la mamma Laura Sandri. Assieme avviano il primo locale in provincia di Pordenone. Aprono la pizzeria Alla Lampara nel febbraio del 1978. Poi nell’agosto nel 1997 comprano l’immobile che diventa la sede della storica pizzeria di Udine. Un bel locale, in una casa antica delle storiche mura della città, riconosciuto come locale storico dal 1932 dalla Regione del Friuli Venezia Giulia. È qui che Raffaele e la sorella Fulvia, sua socia, crescono fra impasti, farina, mozzarella e pomodoro…
«Mi sono appassionato dell’arte bianca proprio stando a stretto contatto con mio papà, è stato lui il mio maestro» spiega Raffaele. Poco più che ventenne inizia a lavorare nella pizzeria di famiglia, percepisce la necessità di personalizzare la proposta, di seguire i trend del mercato e da qui inizia a ripensare e ridisegnare l’identità de Alla Lampara partendo proprio dalla caratteristica principale riconosciuta: il cornicione. «La nostra era una pizza differente rispetto a quelle che si mangiavano in zona: il cornicione è più pronunciato rispetto a quello basso a cui erano abituati a Udine, con un impasto che mantiene la croccantezza». Lui definisce la “sua” pizza come «napoletana nell’anima, ma il carattere è decisamente friulano: è un po’ più alta rispetto alla friulana e po’ più croccante rispetto alla napoletana».
Nel 2005 avviene il passaggio. Raffaele mantiene la storica sede, a due passi dal centro di Udine, che conserva tutta la semplicità e la tradizione di una volta. La pizza è «a ruota di carro» con gusti della tradizione, abbinamenti fatti fra ingredienti selezionati di prima qualità e del territorio. La svolta arriva nel 2015 quando lui, assieme alla sorella Fulvia, socia con lui della pizzeria e impegnata in sala, capiscono che il settore è in continua evoluzione e da qui decidono di avviare una profonda ricerca della materia prima, degli impasti. Raffaele entra in Slow Food, poi in seguito anche in Chic, Charming Italian Chef la prima associazione tra ristoratori che tra le sue fila ammette pizzaioli, pasticcieri e panettieri. Aumenta il personale che da due persone passa a sei dipendenti. «La nostra è rimasta la pizzeria famigliare. Abbiamo clienti che ci scelgono da oltre 40 anni e ne siamo orgogliosi: significa che si sentono a casa e per noi è questo l’importante». La scelta di essere accoglienti si percepisce quando la sala è piena. Non ci sono tavolate con oltre 8 persone, proprio per garantire la tranquillità ed evitare troppo chiasso. Così come non si fanno doppi turni: «Chi prenota sa che può mangiare tranquillamente, senza avere la fretta di lasciare il tavolo per il cliente successivo». Anche questa una scelta distintiva che riflette la stessa filosofia della famiglia. «Siamo convinti che quando una persona sceglie il luogo dove andare a mangiare lo fa per spendere bene il suo tempo, mangiando senza ansia».
La pizza ha un solo impasto, diretto, che Raffaele definisce ‘abbastanza classico’, non utilizza farine a doppio 0, ma un blend di farina tipo 0 all’80% e integrale per il restante 20, utilizzando un’idratazione tra il 68% e il 70% e una lunga lievitazione, partendo dall’impasto originale del padre. Per quel che riguarda la farcitura Pizzoferro usa soltanto una mozzarella fiordilatte che arriva dal casertano, abbastanza grassa per far sì che non bruci, dato che la sua pizza rimane in forno un po’ di più di una classica napoletana. La Margherita diviene “Verticale”: degustazione di 4 spicchi ciascuno con un pomodoro differente sia per consistenza sia per colore, ai quali viene abbinato un formaggio. Per il pomodoro confit la mozzarella di bufala, per il pomodoro giallo solo fiordilatte, per quello verde la bufala affumicata, per il San Marzano il fior di latte con grana padano stagionato 16 mesi. «Alla fine della degustazione – spiega -, hai mangiato una Margherita, ma il gioco di sapori e i contrasti danno una gamma e una varietà di gusti che una Margherita non darebbe».
Raffaele è attento anche alla gestione degli sprechi cercando di ottimizzare le lavorazioni e utilizzare al meglio la materia prima. Ad esempio, i pomodori maturi vengono utilizzati per la preparazione di una crema con aglio, origano e basilico dalla quale si ricava un gel utilizzato per la guarnizione delle pizze.
Altre pizze che sono fra le più amate dai commensali la “Cosacca rivisitata” e la “Millegradi”. La prima pomodoro, Grana Padano 16 mesi, basilico, olio Evo Parovel, si distingue per l’Aglio di Resia, piccolo, profumato ma non persistente, che Raffaele ha scoperto per caso. «Il connubio tra aglio, pomodoro e Grana Padano, seppur semplice, è delizioso e saporito. Non seguo uno schema preciso: le idee nascono spontaneamente, partendo da un prodotto visto al mercato e trovando l’abbinamento migliore». La “Millegradi” invece è molto piccante: pomodoro verde, bufala affumicata, con aggiunta in fase di cottura dell’ ‘nduja, mentre a freddo aggiunge la crema di morbida ricotta, il pesto di olive nere e salsa shriracha. «Nella stessa pizza – spiega Raffaele – convivono differenti sapori che passano dall’affumicato al dolce, dall’acido all’amaro con una delicata persistenza al palato».
Sul fronte delle bevande, in carta si possono trovare una piccola, ma curiosa, carta dei vini, gin tonic e un’ampia scelta di birre artigianali soprattutto friulane. L’abbinamento pizza – gin tonic era il grande sogno da realizzare di Raffaele: «Si sposa bene con la pizza, e secondo me anche meglio rispetto al vino».
Pizzeria Alla Lampara è fra le Pizze eccellenti per 50TopPizza, Corona radiosa per la Guida del Golosario.
Alla Lampara
Via Anton Lazzaro Moro, 63 – Udine
Telefono 04321740459
Riposo: mercoledì, domenica a pranzo
Servizio asporto
Carta di credito: (tutte)
Coperti: 75 in inverno 120 in estate
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