Giusto a metà strada fra due giganti turistici dell’Estremo Oriente, a sud il Vietnam e a nord il Giappone, le Filippine del dopo Covid sono rimaste a lungo fuori dai radar di viaggio e con il loro impressionante numero di isole non corrono certo il rischio di intrappolare i visitatori in assembramenti inaspettati. Un itinerario di 17 notti è la soluzione ideale per maturare un’ampia visione d’insieme dell’arcipelago, partendo direttamente da Manila: storica capitale asiaticanella quale l’eredità delle architetture coloniali spagnole tende oggi a fondersi con gli spioventi tetti di Binondo, la prima Chinatown del mondo dove concedersi uno dei food tour più autentici e deliziosi dell’Estremo Oriente. Sull’isola di Bohol, nota per le sue Chocolate Hills, è invece possibile ritrovarsi faccia a faccia con uno dei primati più piccoli della Terra, l’occhiuto tarsio, cui è appositamente dedicato il Tarsier Sanctuary. A lasciare senza fiato, però, potrebbero essere pure le lagune nascoste di Bacuit sull’isola El Nido, nelle quali è più raro imbattersi in visitatori che a Coron in relitti sommersi della Seconda Guerra Mondiale, sempre che il viaggio non sia solo finalizzato a sfidare Cloud 9: l’onda più famosa delle Filippine al largo di Siargao, nonché sogno proibito di ogni surfista.
Il programma “Filippine: l’arcipelago inatteso” è consigliato da novembre a febbraio, a partire da 3.500 euro a persona per 17 notti.
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